sabato 30 marzo 2013

Lontano vicino flebile

Ieri nell'attraversare il parco mi sono fermata accanto a un albero di magnolia per fotografarne le gemme.
Sono buffe, le gemme di magnolia: sembrano omini verdi che alzano la mano esclamando "Hallo!".
In realtà, non sono riuscita a trovare un'inquadratura soddisfacente. Ho smadonnato un po', nel tentativo.
Mentre smadonnavo, sentivo e non sentivo un canto lontano di uccellini, di sottofondo.
Alla fine ho desistito, e quando mi sono girata per tornare sulla mia strada, ho visto lui a due passi da me.


Il pettirosso cantava tranquillo, con un vocino così sottile che a me suonava lontano.
E' rimasto lì come se niente fosse per qualche minuto.
Io ho potuto guardarlo quando chiudeva il becco, quando lo riapriva per cinguettare, ho visto la piumetta che gli tremava sul petto all'uscire della voce, l'ho visto alzare la coda un paio di volte, e prima si è appallottolato arruffando le penne, infine si è allungato lisciandosele addosso per volare via.
Di me non ha avuto paura.
Chissà come mi vedeva, mi chiedo, col suo piccolo occhio lucido e nero.


Nessun commento:

Posta un commento